Dovunque nel mondo si festeggia, in occasione di ricorrenze civili o religione, alcune delle quali hanno dato fissa, altre variabile. Festeggiare, dal latino fectus dies ovvero giorno propizio, significa interrompere la routine del lavoro, concedendosi un periodo di riposo. È vero che è festa ogni domenica per i cristiani, tuttavia vi sono dei giorni in cui festa vuol dire non solo riposo, bensì espressione di un’esigenza a socializzare e condividere momenti di gioia o di ricordo. Tutte le feste infatti hanno la capacità di esprimere il carattere di una comunità passando dalla dimensione dell’individuo a quella della collettività.

Tra le feste antiche più importanti, tutto diffuse in tutto il mondo e non solo in Sicilia, vi sono quelle dedicate ai defunti. Anticamente molte feste erano legate al ciclo delle stagioni e spesso comportavano sacrifici alle divinità. Le feste più antiche celebravano la vittoria della vita sulla morte, della fertilità sulla sterilità della terra e l’eterna rigenerazione della natura. In molti casi le feste erano collegate al mondo produttivo, e pertanto all’agricoltura ed in particolare ai periodi di semina o di raccolto, infatti esistono molte feste di ringraziamento per il raccolto; altre invece erano legate alle stagioni o ancora ai cicli meteorologici. Tra le feste che ancor oggi nell’Isola si festeggiano e risalgono probabilmente all’epoca in ci si era affermato il culto di Cerere sono le sagre della spiga che tuttora si svolgono a Gangi, a Salemi e a Sambuca che ricordano la festa dell’offerta della spiga e del frumento alla Dea. Il culto di Cerere si era affermato all’epoca dei Romani, sostituendo quello di Demetra, giunto nell’Isola con i Greci ed affermatosi nel V secolo a.C. a quell’epoca molti festeggiamenti erano legati alla coltivazione del frumento come anche del vino legato al culto di Dioniso, che i Romani adoravano sotto il nome di Bacco.

Le feste in suo onore erano caratterizzate da un’allegria libera, scomposta e licenziosa. In alcuni casi feste che oggi si considerano religiose, discendono o quantomeno hanno sostituito feste più antiche, rituali o addirittura pagane, come nel caso del Ferragosto, che originariamente era un festa in onore di Cerere mentre oggi è la festa della Madonna dell’Assunta, anche se mantiene alcuni caratteri di paganità, come i concerti e balli in piazza, le bancarelle, i fuochi d’artificio. Le origini delle festività civili invece sono generalmente legate ad eventi storici; ricordare fatti ed avvenimenti storici infatti ha l’obiettivo di preservare le radici culturali di un popolo, in modo da ribadire le esperienze comuni al gruppo sociale. Altra tipologia è quella delle feste liturgiche, che ricordano le principali tappe della vita terrena di Gesù.

Di esse la più importante è la Pasqua, la cui cadenza varia nel calendario in base all’anno liturgico, e dalla cui data dipendono quelle di altre feste, quali la Pentecoste, il Corpus Domini e il Carnevale, unica feste antica non religiosa. In Sicilia il legame feste religiose-vita sociale è sempre stato molto forte e ciò lo si evidenzia anche nel fatto che spesso l’organizzazione di una festa spetta ad un comitato o congregazione, ovvero ad un gruppo di fedeli che insieme si occupano di tutti gli aspetti della festa. In alcuni casi però si corre il rischio di un’esteriorizzazione della funzione religiosa e del prevalere dell’estetica alla dimensione della fede. Ciò è stato notato anche da un turista d’eccezione, giunto nell’Isola nella seconda metà del Settecento, Dominique Vivant Denon, conoscitore e amatore d’arte, che fu poi il direttore generale dei musei francesi nello Stato napoleonico.

Denon era stato colpito dai cerimoniali della vita civile e religiosa, dai costumi e dalle tradizioni popolari siciliane, al punto da raccontarne nel suo diario mettendone però in ridicolo alcuni aspetti relativi alle grandi processioni, favorendo in tal modo l’affermarsi di un atteggiamento di sostanziale incomprensione dell’Isola. D’altronde capire la Sicilia non è certo facile, con le sue molteplici sfaccettature che si evidenziano in tutti gli aspetti la si voglia considerare, con quella variabilità di luoghi, genti, paesaggi, prodotti, culture e tradizioni che ne fanno un mosaico in cui nessuno dei singoli pezzi può esprimerne la complessità, ma ciascuno contribuisce a renderla unica.