Il canonico Arena scriveva che queste eruzioni “sono state sempre precedute da brevi scosse di terremoto che si sono susseguite con fortissimo fragore di boati”. “Testimoni dell’evento furono i capitani Trafiletti e Corrao, naviganti in quel mare (latitudine 37,11 nord e longitudine 12,44 est) che osservarono un getto d’acqua a cui tennero dietro colonne di fiamme e di fumo che si elevavano ad un’altezza di 550 metri circa. Il 16 luglio si vide emergere la testa di un vulcano in piena eruzione e il 18 lo stesso capitano Corrao, di ritorno, osservò il cono del vulcano che sporgeva dal mare. Presto si vide emergere un’isoletta che crebbe sempre in eruzione e raggiunse, il 4 agosto, una base di tre miglia di circonferenza ed un’altezza di sessanta metri, con due preminenze, una da levante ed una da tramontana, a guisa di due montagne legate insieme; con due laghetti bollenti”.

Sicuramente affascinante è la storia dell’Isola Ferdinandea, di origine vulcanica, emersa e sommersa nel giro di pochi mesi nel 1831. Un’isola non visibile, ma che dal suo nascere ad oggi ha fatto parlare di sé a partire dal nome, che le fu dato e cambiato per ben sei volte. Sette nomi per un’Isola che non c’è possono sembrare tanti, come tanti furono gli scienziati che la studiarono e continuano a studiarla, gli scrittori che ne hanno scritto, i marinai che l’hanno vista o che vorrebbero vederla e tante anche le dispute e le pretese di sovranità. Quest’Isola apparve nel luglio 1831, nel punto di coordinate nautiche 37° 11’ di latitudine Nord e 12° 44’ di longitudine Est, in un punto approssimativamente equidistante fra Pantelleria e Sciacca.

La comparsa fu preceduta da ripetute scosse di terremoto avvertite dagli abitanti di Sciacca, con contemporaneo mare agitato, esalazioni di idrogeno solforato provenienti dal mare, colonne di fumo all’orizzonte marino e ribollimenti delle acque. A seguire eruzione di lapilli, pomici, tufi, scorie infuocate, etc… fino a quando il 12 luglio fu visto un isolotto vulcanico che si solleva dal mare. La Deputazione Sanitaria di Sciacca mandò sul posto un peschereccio che piantò un remo sulle falde del vulcano affiorato, come simbolo di primo possesso, portando a Sciacca le prime notizie sulla nuova Isola. Le eruzioni continuarono fino ai primi di agosto, quando l’Isola raggiunse il massimo sviluppo (4.800 metri di circonferenza e 63 metri di altezza massima).

Nel giro di pochi giorni cambiò sovranità più volte poiché il diritto del mare, in quel tempo esclusivamente consuetudine, era imperniato sul principio della libertà dei mari e non riconosceva alcun diritto di “contiguità”, ragion per cui per primi degli inglesi, intuendone la straordinaria valenza strategica per la sua posizione sullo stretto di Sicilia, con una spedizione vi piantarono la bandiera e la denominarono isola di Graham; dopo pochi giorni Ferdinando II con un Decreto Regio includeva l’Isola nel suo regno e la chiamava Ferdinandea. Anche i francesi entrarono in scena e mentre i tre stati si contendevano la sovranità, l’Isola si inabissava gradualmente fino a scomparire nel dicembre dello stesso anno. A distanza di tanto tempo si continua ad osservare ed effettuare rilievi idrografici in mare in prossimità del Banco di Graham, per verificare lo stato batimetrico ed escludere o prevedere eventuali riemersioni..