Ricade nel territorio di Contessa Entellina ed ha una estensione in superficie di circa 10 ettari. Il paesaggio che fa da sfondo all’area protetta è caratterizzato dall’assenza di macchie boschive e dalla presenza di ampie estensioni di seminativi; le zone meno antropizzate, invece, sono occupate da praterie steppiche ad ampelodesma o a barboncino mediterraneo; frequenti i cespugli di ginestra spinosa, rovo comune, prugnolo e, in alcuni ambienti umidi, cannuccia di Reno.

Il questo scenario è presente la grotta localmente conosciuta come Grotta dei Dinari per via della leggenda secondo cui vi si nasconderebbero tesori di inestimabile valore. La cavità si apre ad una quota di 338 metri s.l.m. ed è occultata da una fitta vegetazione. Si tratta di una cavità fossile, un tempo sede di scorrimento idrico permanente, che si sviluppa su tre livelli di gallerie, per un totale di circa 1000 metri di estensione. L’interno della grotta, in alcuni punti splendidamente levigata dalla violenza delle acque che un tempo la attraversavano, è riccamente decorato da concrezioni di gesso e calcinite, mentre frequenti sono le inflorescenze gessose.